Covid-19: immunizzate le persone con fibrosi cistica e i caregiver nella quasi totalità del territorio italiano. Tutti hanno ricevuto la prima dose
Era il 27 dicembre quando la tv trasmetteva le immagini dei furgoni partiti dal Belgio con le prime dosi di vaccino anti Sars-CoV-2 che, scortate, facevano il loro ingresso in Italia. Erano immagini cariche di speranza per il nuovo anno ormai alle porte che lasciava dietro di sé il dolore per le troppe vittime, per il lockdonw e le misure di distanziamento sociale. Partiva così in forma simbolica, con il ‘vaccine day’, la più grande campagna vaccinale di massa per prevenire le morti da COVID-19 e raggiungere al più presto l’immunità di gregge.
Nell’immaginario collettivo il percorso che si stava delineando appariva fin troppo virtuoso. A breve infatti, la riduzione e il ritardo nella consegna delle dosi, l’incidenza del virus sempre più elevata, il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, la diffusione di varianti virali a maggiore trasmissibilità, avrebbero gravato su un quadro epidemiologico già complesso e ridotto ad un cumulo di dubbi e paure quelle speranze che avevano riscaldato le festività natalizie degli italiani.
Nonostante ciò, mentre in Italia è ancora in corso la vaccinazione di operatori sanitari, di ospiti e lavoratori delle Rsa e degli over 80 ( fonte dati Lab24ilSole24Ore), le persone con fibrosi cistica tornano gradualmente alla normalità grazie al vaccino. Su tutto il territorio nazionale infatti, i pazienti e i caregiver di coloro che per età non rientrano nella campagna vaccinale hanno ricevuto o stanno ricevendo la prima dose del vaccino Pfizer o Moderna e, stando a quanto comunicato dai Centri di Cura, in gran parte delle Regioni hanno ricevuto la seconda dose.
Un traguardo impossibile da raggiungere agli inizi di marzo: il primo ostacolo era certamente dovuto alla carenza di dosi, il secondo a quelle criticità sistemiche proprie della sanità italiana che da sempre LIFC pone all’attenzione delle Istituzioni in quanto gravano sulla qualità della vita e delle cure dei pazienti, nonostante quello alla salute sia un principio inalienabile, sancito dalla nostra Costituzione. Se da un lato il federalismo sanitario si è imposto anche in quella che doveva essere la campagna della ripartenza, a discapito soprattutto delle categorie più fragili, dall’altro LIFC ha tutelato il diritto alla salute delle persone con fibrosi cistica di ogni età.
Le tappe di questo percorso vanno ricordate in pochi ma significativi momenti che hanno segnato i cambiamenti del piano vaccinale nazionale e sono il frutto di un costante lavoro di dialogo e condivisione con la cabina di regia del Ministero della Salute, composta da Istituto Superiore di Sanità, Agenas, Commissario Straordinario per l’Emergenza Sanitaria.
La campagna vaccinale per le persone con fibrosi cistica in tappe:
- 2 gennaio: approvato il Piano Strategico Nazionale per la Vaccinazione anti Sars-CoV2.
- 14 gennaio 2021: LIFC trasmette alla cabina di regia un documento di sensibilizzazione sull’elevato rischio per le persone con fibrosi cistica di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19 data la pre-esistente compromissione dell’apparato respiratorio.
- 9 febbraio 2021: prima revisione del piano nazionale vaccini con il riconoscimento delle persone con fibrosi cistica come estremamente vulnerabili e pertanto prioritarie nell’ordine delle categorie di cittadini da vaccinare dopo quelle della Fase 1.
- 26 febbraio 2021: LIFC trasmette alla Cabina di Regia e agli Assessorati alla Sanità una nota nella quale sottolinea l’urgente necessità di applicare a livello regionale le disposizioni ministeriali in modo coerente ed uniforme su tutto il territorio nazionale entro e non oltre il mese di marzo 2021. Nella stessa nota, LIFC ribadisce la necessità di estendere la priorità nella vaccinazione in fase 2 ai genitori di pazienti affetti da fibrosi cistica < 16 anni in virtù dell’elevata pericolosità per il paziente stesso qualora un familiare contraesse l’infezione.
- 9 marzo 2021: con un’interrogazione alla Camera, l’On. Bignami chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute di adottare tempestivamente iniziative finalizzate ad inserire nelle categorie prioritarie per l’accesso ai vaccini anti-Covid anche i genitori e/o icaregiver familiari dei pazienti fibrocistici di età inferiore ai 18 anni.
- 11 marzo 2021: la seconda revisione del piano nazionale vaccini stabilisce di procedere alla vaccinazione dei soggetti estremamente vulnerabili e con grave disabilità parallelamente agli over 80, deicaregive/genitori dei minori ‘estremamente vulnerabili, dei conviventi dei soggetti immunodepressi e in attesa di trapianto di organo.
Le indicazioni ad interim sono state recepite con modalità e tempistiche differenti da Regione a Regione e con l’ausilio delle Associazioni Regionali LIFC e dei Direttori dei Centri di Cura.