EVLP – Ex Vivo Lung Perfusion
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Ad oggi non esiste una cura risolutiva per la Fibrosi Cistica e nonostante i progressi terapeutici abbiano migliorato la qualità della vita ed allungato la mediana di sopravvivenza, quando si giunge allo stato avanzato della malattia polmonare e all’insufficienza respiratoria, l’unica terapia salvavita è il trapianto di entrambi i polmoni. Il numero di trapianti di polmoni effettuati però è di gran lunga inferiore al numero di riceventi in lista di attesa, essendo la scarsità di organi disponibili il principale fattore causale. La pressante richiesta di organi ha spinto gli addetti ai lavori ad ottimizzare le limitate risorse attraverso la realizzazione di modelli organizzativi dedicati. Tra questi è recentemente emerso il ruolo del ricondizionamento di polmone ex-vivo (EVLP: ex vivo lung perfusion). Questa tecnica prevede che i polmoni vengano prelevati da un donatore a cuore battente ma deceduto dal punto di vista cerebrale. I polmoni prelevati, che vengono sottoposti a tale procedura, sono sani ma temporaneamente deteriorati dal punto di vista funzionale in seguito agli eventi metabolici collegati alla morte cerebrale (edema, mediatori chimici, secrezioni endobronchiali) e quindi non potrebbero essere utilizzati per il trapianto. La tecnica di ricondizionamento ex-vivo consente di rimuovere dai polmoni mediatori chimici dannosi, acqua in eccesso nel tessuto polmonare, e di aspirare le secrezioni all’interno dei bronchi. Alla fine di tale trattamento, che dura circa 4 ore, è possibile effettuare una valutazione della funzione degli organi e quindi decidere se effettivamente sono trapiantabili. Tale tecnica consente di recuperare organi scartati in prima istanza ma potenzialmente validi dopo opportuno trattamento, quindi sicuramente è uno strumento valido per aumentare le chance di trapianto per un paziente in lista d’attesa.
Il primo trapianto in Italia utilizzando organi ricondizionati mediante perfusione ex-vivo è avvenuto proprio su un paziente con Fibrosi Cistica presso la Fondazione Ca’ Granda di Milano: i polmoni di un donatore scartato da un altro centro trapianti benché in lista urgente nazionale, hanno consentito un trapianto salvavita con ottimo esito funzionale a distanza. I centri al mondo dove si esegue il ricondizionamento ex-vivo dei polmoni stanno aumentando ma le casistiche sono ancora esigue. I primi dati che mettono a confronto i trapianti eseguiti dopo ricondizionamento ex-vivo con quelli eseguiti con tecnica standard non rilevano differenze di complicanze a breve termine (1 anno dal trapianto). Sono necessari ovviamente dati su casistiche più ampie e follow-up più lunghi.
Il progetto si prefigge di utilizzare i fondi per il ricondizionamento dei polmoni al fine di accorciare le liste di attesa ed incrementare il numero dei trapianti di polmone. Ulteriori fondi verranno impiegati per finanziare attività di formazione al personale medico dei Centri Trapianto presso i quali la procedura non è ancora in uso affinché la tecnica possa essere in seguito utilizzata a livello nazionale. I Centri Trapianto di polmone in Italia attivi sono 9: alcuni di questi (Milano, Padova, Torino e Bambino Gesù di Roma) fanno già uso clinico di metodiche di ricondizionamento polmonare – EVLP. Obiettivo primario del progetto è tuttavia di implementare l’uso della metodica EVLP sul territorio nazionale. A tal fine, i finanziamenti ottenuti saranno utilizzati per l’acquisto di strumentazione e la formazione di personale medico-paramedico coinvolto nelle procedure EVLP.
Nell’ambito del progetto è stato organizzato il ‘1° Meeting Ex Vivo Lung Perfusion: dal fundraising allo startup, i Centri Trapianto a confronto‘ al fine di avviare un tavolo di lavoro e confronto con i Centri Trapianto sul Registro Nazionale EVLP, uno strumento a disposizione di ricercatori, medici ed operatori sanitari coinvolti nell’uso clinico della tecnica al fine di avere dati statistici significativi e una metodologia condivisa. La collaborazione e la condivisione di conoscenze con i Centri Trapianto è fondamentale per dare seguito al progetto, garantirne la completezza e la continuità su tutto il territorio nazionale a beneficio dei pazienti in lista di attesa, perché #unrespiroinpiù per i pazienti con fibrosi cistica non sia solo una speranza ma un traguardo raggiungibile.