Rientriamo a scuola in sicurezza
Giornata importante quella di oggi per oltre 5milioni di studenti che, archiviato il lockdown, sono finalmente tornati sui banchi di scuola. Mascherine, rispetto delle norme igieniche e distanziamento sono le parole d’ordine per l’inizio di questo nuovo anno scolastico, valide per studenti e lavoratori della scuola per garantire la corretta ripresa delle attività, prioritariamente in presenza.
Resta però la paura del contagio in particolare per gli studenti e i lavoratori fragili come nel caso delle persone con fibrosi cistica. Per questo LIFC ha sottoposto all’attenzione del MIUR alcune considerazioni, con il fine di contribuire all’avvio in sicurezza di questa nuova annualità.
Il MIUR ha prestato particolare attenzione alle problematiche da noi segnalate, prima tra tutti la necessità che gli studenti affetti da Fibrosi Cistica, il cui quadro patologico risulti alterato o complesso (e questo solo dietro certificazione del Centro di cura di riferimento), al fine di evitare di essere contagiati dal Covid-19, possano restare a casa e seguire le lezioni a distanza con la Didattica Digitale Integrata-DDI, come previsto dal Piano Scuola 2020-2021. Questo per garantire il diritto all’istruzione e concorrere al contempo a mitigare lo stato di isolamento sociale in cui il ragazzo/paziente verrebbe a trovarsi.
Per gli studenti che invece potrebbero partecipare alle lezioni in presenza, sempre a seguito dell’attestazione del Centro di Cura di riferimento, si è chiesto di attuare o rafforzare azioni di prevenzione quali ad esempio:
- particolare cura ed igiene degli spazi comuni e delle classi;
- particolare cura ed igiene personale chiesta agli alunni e agli insegnanti (igienizzazione mani, distanza di almeno un metro);
- evitare assembramenti;
- non confondere eventuali sintomi riconducibili alla patologia di base (tosse, problemi intestinali).
Attenzione è stata chiesta anche nei confronti di tutti quei pazienti affetti da fibrosi cistica che lavorano presso le istituzioni scolastiche, nei ruoli di personale docente e personale ATA, nonché per i familiari scolarizzati conviventi con il paziente che potrebbero, per trasmissione indiretta, mettere a rischio la vita del loro congiunto. Anche in questi casi il dialogo con il Centro di Cura sarà indispensabile per inquadrare il paziente in una condizione di fragilità al fine di una maggior tutela (facciamo l’esempio di un genitore paziente trapiantato e immunodepresso).
Per gli alunni ricoverati o in cura a domicilio, la DDI può garantire il diritto all’istruzione e concorrere a mitigare lo stato di isolamento sociale. È comunque il Dirigente scolastico che deve attivare ogni necessaria interlocuzione con i diversi attori competenti per individuare gli interventi necessari ad attivare proficuamente la didattica digitale integrata.