LA DIAGNOSI
Nella maggioranza dei casi la Fibrosi Cistica (FC) viene diagnosticata subito dopo la nascita per mezzo di un semplice prelievo di sangue a cui vengono sottoposti tutti i neonati.
La FC rientra infatti nello screening di base delle malattie genetiche e viene identificata in un primo momento con il test della tripsina e successivamente confermata con il test del sudore, fondamentale per la diagnosi della malattia in quanto identifica la quantità di sale presente nel sudore.
Esistono diverse forme di FC, più e meno gravi, che possono essere identificate anche in una fase più adulta della vita e che riguardano circa il 10% dei casi totali e che comportano trattamenti e cure diversi nell’arco della vita del paziente.
Screening neonatale
Test del sudore
Test al portatore
- Nel 25% (1 su 4) dei casi il bimbo è affetto da FC,
- Nel 50% (1 su 2) dei casi il bambino è portatore sano, ma non è affetto da FC,
- Nel 25% (1 su 4) dei casi il bambino non risulta nè portatore sano nè malato.
LA PROGNOSI IN FC
Fino a poco tempo fa non esistevano cure del difetto di base della FC, ma solamente terapie volte a contrastare l’evoluzione della malattia respiratoria, a correggere l’insufficienza pancreatica e a mantenere un buono stato nutrizionale.
Oggi, accanto alle terapie di routine, per alcune mutazioni come ad esempio la F508del e ed altre meno frequenti, sono disponibili farmaci correttori e potenziatori che intervengono sul funzionamento della proteina CFTR, migliorando il decorso della malattia. Sono inoltre in fase sperimentale altre terapie per ulteriori mutazioni.
LE TERAPIE IN FC
Fisioterapia
Per rendere più fluide le secrezioni bronchiali, la maggior parte dei pazienti ricorre con efficacia alla somministrazione di Rh DNase o di soluzione salina ipertonica per via aerosolica.
Laddove le condizioni cliniche lo consentono, anche lo sport gioca un ruolo importante nella prevenzione delle infezioni respiratorie e nel migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Terapia Antibiotica
La prima infezione da Pseudomonas aeruginosa deve essere affrontata tempestivamente, per eliminare il germe impedendone la cronicizzazione.
Nel trattamento dell’infezione cronica, invece, sarebbe bene attuare una rotazione dei farmaci prescritti in associazione ad alte dosi e in associazioni, per prevenire l’insorgenza di resistenze agli antibiotici stessi.
Enzimi Pancreatici
La quantità da somministrare deve essere valutata tenendo conto della gravità della compromissione pancreatica e delle abitudini alimentari dei pazienti, che devono sottoporsi ad una dieta libera, equilibrata, ipercalorica. Solo in casi particolari vengono utilizzati integratori calorici. La perdita di sali può essere evitata attraverso l’assunzione di cloruro di sodio (sale) e integratori salini, specialmente nei primi anni di vita.
Nei pazienti con colestasi è utile la somministrazione di sali biliari idrofilici (acido ursodesossicolico), per rendere più fluida la bile.