Decreto ‘Cura Italia’: congedo e indennità per i lavoratori dipendenti pubblici e del settore sanitario pubblico e privato accreditato
Il decreto-legge ‘Cura Italia’ pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo 2020, come avevamo anticipato, conferma per i dipendenti del settore pubblico, nonché del settore sanitario pubblico e privato accreditato, le stesse indennità del settore privato.
L’art. 25 del decreto stabilisce infatti che sempre a decorrere dal 5 marzo 2020, in conseguenza dei provvedimenti di sospensione delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché dei servizi educativi per l’infanzia, i genitori lavoratori dipendenti del settore pubblico hanno diritto a fruire del congedo parentale straordinario di 15 giorni secondo le seguenti modalità:
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- congedo retribuito al 50% per i figli fino a 12 anni di età,
- congedo senza retribuzione per i figli da 12 a 16 anni,
- congedo retribuito al 50% senza limiti di età in caso di figli disabili.
In alternativa si potrà scegliere un voucher babysitting da 600 euro.
L’erogazione dell’indennità e le modalità di fruizione del congedo sono a cura dell’amministrazione pubblica con la quale intercorre il rapporto di lavoro.
Per i lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, appartenenti alla categoria dei medici, degli infermieri, dei tecnici di laboratorio biomedico, dei tecnici di radiologia medica e degli operatori sociosanitari, nonché dipendenti dalla Polizia di Stato, il bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per l’assistenza dei figli minori di 12 anni il limite massimo è di 1000 euro.
Ai fini dell’accesso al bonus, il lavoratore presenta domanda tramite i canali telematici dell’Inps e secondo le modalità tecnico-operative stabilite in tempo utile dal medesimo Istituto indicando, al momento della domanda stessa, la prestazione di cui intende usufruire, contestualmente indicando il numero di giorni di indennità ovvero l’importo del bonus che si intende utilizzare. Sulla base delle domande pervenute, l’INPS provvede al monitoraggio comunicandone le risultanze al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’economia e delle finanze. Qualora dal monitoraggio emerga il superamento, anche in via prospettica, del limite di spesa , l’INPS procede al rigetto delle domande presentate.