Dal timo una nuova prospettiva terapeutica per la cura della fibrosi cistica
Una ricerca condotta da Luigina Romani dell’Università di Perugia e da Enrico Garaci dell’Università San Raffaele di Roma pubblicata su Nature Medicine ha dimostrato come l’impiego di T?1, un peptide presente nel timo, potrebbe attivare meccanismi in grado di ricostruire il sistema immunitario e di ridurre i processi infiammatori polmonari ricorrenti nei pazienti affetti da fibrosi cistica. Il peptide T?1, dotato di un eccellente profilo di sicurezza nella clinica, avrebbe la capacità di correggere i molteplici difetti funzionali nei topi come in cellule di pazienti dalla mutazione p.Phe508del. Infatti, T?1 presenta la combinazione di due proprietà che sono in grado di contrastare la patologia: riduzione dell’infiammazione (secondo i dati già pubblicati da Luigina Romani), ma anche correzione ed aumento della funzione della proteina CFTR. ‘Grazie a questo studio possiamo considerare T?1 come un potenziale singolo agente efficace nella terapia della fibrosi cistica’ commenta Allan Goldstein della George Washington University USA, che ha partecipato alla ricerca. ‘Sono dati solidi ed importanti che indicano l’importanza di avviare al più presto gli studi clinici’ conclude Enrico Garaci. La validità dello studio è stata commentata anche da Luigi Maiuri dell’Università degli Studi di Novara e da Mauro Pessia dell’Università degli Studi di Perugia – tra i ricercatori che hanno partecipato allo studio – che hanno dichiarato che ‘Abbiamo dimostrato l’efficacia di azione di questa molecola su cellule prelevate da alcuni pazienti con risultati sorprendenti’.